L’impatto di Rete Caregiver sul territorio di Verona

L’impatto di Rete Caregiver sul territorio di Verona

In questi tre anni di Rete Caregiver: il paziente riscoperto, nel territorio di Verona sono state molteplici le attività che il partenariato ha realizzato, mantenendo le previsioni progettuali.

Infatti, nonostante le difficoltà impronosticabili derivanti dalla pandemia, il cronoprogramma delle iniziative è stato rispettato, in quanto la maggior parte degli eventi si sono svolti in modalità online, tramite le piattaforme di meeting. Grazie a questo strumento web, il partenariato ha potuto mantenere fede agli impegni presi con gli stakeholders ed ha avviato diverse collaborazioni con enti, istituzioni, associazioni e imprese che hanno un ruolo determinante nei confronti della figura del caregiver familiare.

Giova sottolineare che un elemento fondante del progetto era la messa online, tramite il sito web ufficiale e le App per dispositivi mobile, delle risorse che si sarebbero raccolte e prodotte durante la durata delle attività. Ecco, anche grazie a questi strumenti digitali,, il partenariato ha centrato tutti gli obiettivi, andando addirittura oltre in talune circostanze.

Riportiamo di seguito in dettaglio, i risultati delle attività svolte nel territorio veronese.

Incontri di sensibilizzazione con la cittadinanza

La prima iniziativa del progetto “Il paziente riscoperto” risale a giugno 2020, quando è stata realizzata una tavola rotonda virtuale con la cittadinanza, dove i responsabili di progetto hanno illustrato le attività che si sarebbero realizzate nei tre anni a venire. Tra i 20 partecipanti figuravano rappresentanti di associazioni di persone con disabilità, di cooperative sociali e di strutture sanitarie, oltre ad assistenti sociali, docenti  e semplici cittadini. Di fatto si dava inizio al progetto Rete Caregiver a Verona, avviando la costruzione di una rete che nei mesi seguenti avrebbe contribuito attivamente alla diffusione della cultura relativa ai diritti dei caregiver familiari.

Incontri formativi con le scuole

Una larga fetta di attività del progetto riguardava la sensibilizzazione e la formazione degli studenti sul tema dei giovani caregiver familiari, ossia coloro che assumono questo ruolo in età inferiore ai 24 anni. L’ente scolastico partner è l’istituto Sanmicheli di Verona, con la quale si sono definiti gli obiettivi formativi, le modalità organizzative degli interventi e le tematiche approfondite. Durante i due anni di attività, sono state coinvolte 8 classi quarte dell’indirizzo socio-sanitario, per un totale di 160 studenti. Inoltre, è stato attivato un corso formativo destinato a docenti e genitori, che ha visto il coinvolgimento di 15 partecipanti. Sono state illustrate le moderne nozioni inerenti ai sentiti temi della disabilità, dell’accessibilità, del caregiving, della perdita e dell’elaborazione del lutto. Grazie alla compartecipazione in veste di docente di una psicologa e psicoterapeuta specializzata nella gestione di gruppi di auto mutuo aiuto, si è affrontato anche il tema del carico emotivo e psicologico che accompagna il giovane caregiver durante il percorso scolastico, spesso sacrificato proprio a causa dell’eccessivo carico di cura a cui sono sottoposti i ragazzi. Al termine di attività pratiche laboratoriali, gli studenti hanno individuato una serie di idee per far emergere i bisogni dei giovani caregiver, attivare un mutuo soccorso tra compagni di classe e sull’importanza del fenomeno del bullismo e dell’emarginazione, ma sono stati individuati anche suggerimenti su come i docenti e la scuola possano favorire il giovane caregiver attivando facilitazioni e iniziative di supporto.

Incontri formativi con gli assistenti sociali

Un’importante collaborazione nata in seno a Rete Caregiver è quella con i Servizi Sociali e Integrazione Socio-Sanitaria- Politiche del Lavoro del Comune di Verona, che ha contribuito al coinvolgimento di 40 assistenti sociali che hanno partecipato al percorso formativo a loro dedicato.

Durante gli incontri, dove si sono approfonditi i bisogni in capo ai caregiver familiari e le buone prassi di accessibilità, il partenariato ha esposto alcuni modelli di politiche di sollievo che è possibile attivare. Gli assistenti sociali hanno avuto la possibilità di confrontarsi svolgendo attività laboratoriali, dove hanno condiviso le loro reciproche esperienze, le difficoltà incontrate nella quotidianità e hanno potuto apprezzare le innovative politiche di supporto basate sul modello francese esposto dai docenti. I corsisti hanno così in primo luogo seguito un aggiornamento professionale sul tema del caregiving familiare e in secondo luogo hanno acquisito strumenti concreti per dare sollievo ai caregiver del territorio. I servizi sociali del comune, inoltre, si sono impegnati a replicare il percorso formativo con le cooperative che gestiscono l’assistenza sociale   nel territorio, per diffondere in modo capillare le buone prassi apprese e concedere così maggiori strumenti di supporto ai cittadini in difficoltà della provincia.

Incontri formativi con i facilitatori di gruppi AMA

Durante il 2021 sono stati attivati due percorsi formativi per facilitatori di gruppi di auto mutuo aiuto. Le lezioni, che si sono tenute online, hanno toccato gli argomenti centrali del progetto, ossia il tema della disabilità, dell’accessibilità, del carico di cura, delle cure palliative e dell’elaborazione del lutto. Sono stati affrontati anche temi che riguardavano la comunicazione e le abilità che deve acquisire il facilitatore per gestire un gruppo AMA nel migliore dei modi. I 16 corsisti hanno appreso le regole di base che devono essere rispettate per attivare in modo proficuo un gruppo AMA e si è cercato di analizzare alcune delle dinamiche più frequenti che vengono ad instaurarsi tra i componenti di un gruppo, in modo che i futuri facilitatori abbiano gli strumenti per gestire eventuali criticità e momenti di crisi. Da questa esperienza formativa sono nati due nuovi gruppi di auto mutuo aiuto, in seno all’associazione Goldvis di Verona e l’associazione Bianca nel cuore di San Bonifacio (VR). I sei partecipanti della Goldvis si sono concentrati nel condividere difficoltà e risorse utili per gestire genitori anziani con disabilità, mentre gli 8 partecipanti del gruppo di Bianca nel cuore hanno condiviso le difficoltà che incontrano i genitori che hanno figli con gravi disabilità. Tutti i partecipanti hanno riconosciuto l’utilità di far parte di un gruppo AMA, in quanto ci si sente meno soli nell’affrontare le avversità della vita e si riesce ad attivare uno scambio alla pari di buone prassi per trovare soluzioni e/o sollievo.

Incontri formativi con Caregiver adulti

L’ufficio dei servizi sociali del comune di Verona ha contribuito anche al percorso formativo dedicato a persone di età superiore ai 24 anni, che svolgono attualmente il ruolo di caregiver familiare. Un’assistente sociale del comune scaligero, ha illustrato ai 15 partecipanti tutti i servizi che il Comune offre a supporto dei caregiver e ai loro familiari. I corsisti hanno scoperto di poter accedere a contributi economici, sportelli di ascolto e aiuto, servizi di sollievo e altri servizi. Il percorso formativo è stato arricchito dagli interventi della psicologa e psicoterapeuta del partenariato, che ha spiegato ai caregiver familiari che hanno dei diritti e devono poter accedere a supporti che li aiutino nella quotidianità, per evitare un effetto boomerang e diventare a loro volta pazienti bisognosi di cure. L’ultima parte degli incontri, ha permesso ai partecipanti di esprimere i loro bisogni che l’assistente sociale ha raccolto e si è impegnata a riportarli presso la struttura comunale, in modo da tarare al meglio i servizi sociali del futuro, calati sempre più sulle esigenze concrete dei cittadini.

Incontri formativi con le imprese

Un momento formativo è stato organizzato con 5 imprese di Verona per veicolare il tema del lavoratore che assume anche l’informale ruolo di caregiver familiare. Durante la docenza, una specialista del partenariato ha esposto in modo analitico le più diffuse situazioni che possono verificarsi in ambito lavorativo, quando il caregiver viene sopraffatto dal carico di cura. Sono stati illustrati casi studio, nuovi modelli di welfare aziendale e in conclusione, i partecipanti hanno potuto svolgere delle attività pratiche, che avevano lo scopo di far emergere i bisogni dei lavoratori caregiver e quali soluzioni possano mettere in atto le aziende per farvi fronte. È emerso chiaramente come il tema del caregiving sia attuale, sentito e poco conosciuto, pertanto gli output del laboratorio sono  stati apprezzati. L’attività ha stimolato i partecipanti ad approfondire ulteriormente il tema, per portare all’interno delle loro imprese nuova consapevolezza e per cercare soluzioni per favorire il benessere dei lavoratori, che ha un impatto diretto sul livello di produttività degli stessi.

 

Infine, il 20 Maggio 2022, presso la prestigiosa sede dell’Università degli studi di Verona, si è svolto “Valorizzare e sostenere i caregiver familiari: i risultati del progetto Il paziente riscoperto”, che è stato ampiamente illustrato nell’articolo dedicato all’evento.

Questi sono in estrema sintesi i risultati delle attività del partenariato sul territorio di Verona, che come è facile intuire sono state diverse e trasversali tra di loro. “Come responsabile di zona – dichiara il dott. Fabio Lotti, co-fondatore di Yeah – Cooperativa sociale – esprimo grande soddisfazione per i risultati raggiunti, che a mio avviso non sono del tutto stimabili, in quanto molte attività avranno una ricaduta sul territorio anche nei prossimi mesi, perché è risaputo che fare formazione equivale a seminare semi di cultura, i quali nel tempo cresceranno e sbocceranno in comportamenti virtuosi. A nome di tutti coloro che hanno compartecipato attivamente a queste attività, esprimo il mio più sentito ringraziamento alle istituzioni, alle associazioni, ai professionisti, docenti, studenti e a tutti i cittadini che hanno voluto costruire questa rete, che sono sicuro avrà lunga vita anche negli anni a venire”.



Torna su